UNA NUOVA ESPERIENZA DAL BENIN

Souvenirs Africains
Africa un mese che scivola via rapido e veloce, Africa mi basta chiudere gli occhi per ritrovarti,
Africa….il cuore rallenta, la testa cammina ….…per la stessa ragione del viaggio ……..viaggiare……
Africa da vedere, sentire, scoprire, vivere intensamente e pienamente senza fretta e senza tempo………
Africa il sorriso ed il saluto di tutte le persone che incontri, Africa dove ti portano sempre all’ombra
poiché il “sole africano” fa male ai bianchi, Africa è non avere orari, sapere quando si arriva
(poiché si arriva sempre prima o poi) e mai poter prevedere quando si riparte poiché c’è
sempre ancora qualcosa da fare o da vedere.
Africa che ti entra dentro e in un momento spazi siderali ti distanziano dal conosciuto,
Africa è “fare una scopa”, fare la lavatrice accucciate per terra con l’acqua un po’ puzzolente
così ci si uniforma al contesto. Fare i piatti con due bacinelle una per insaponare una per sciacquare…..
mettere troppo sapone e non rendere particolarmente felice chi poi deve sciacquare.
Africa è trovare compagni di viaggio in grado di dividere tutto questo senza neppure troppo dirselo
poiché intensamente lo si vive.
Africa è riempirsi gli occhi dei colori della savana, dalla sua terra, essere travolti da una mucca
che all’improvviso sbuca in mezzo alla strada, Africa è il posto più sbagliato per cercare
di “insegnare” i giochi occidentali….non hai finito di dire “via” che ti ritrovi assalita
da almeno 20 bimbi, pugni e carezze.
Africa alle prese con mantidi religiose ed enormi cavallette che attirate dalla luce inondano le stanze
dopo ogni pioggia, Africa un giro in piroga sul lago Ganviè dove forse gli “Jovò” non sempre
o non da tutti sono ben visti.
Africa comperare “Ata” lungo le strade di Cotonou e di Abomey, una coca cola in un maquis
con una compagna divenuta in breve grande amica, igname e banane fritte, rischiare il massacro
sulle sponde del fiume Oumé (che si può attraversare in piroga ma la cui corrente non ispira molta fiducia).
Africa un gruppo di ragazzi “educatori di strada” sempre pronti a porgerti la mano per aiutarti
e proteggerti, con loro trascorrere un pomeriggio di pioggia, con loro in moto nella savana alla scoperta
di villaggi in capo al mondo o con loro condividere una cena e scoprire dove è che gli africani hanno fretta:
alla fine del pasto. Gli occidentali caffè, sigaretta e quanto altro siedono a tavola per ore ed ore
ma se sei Beninois sai che a tavola ci stai a mangiare per le chiacchiere c’è tutto il resto del tempo.
Africa andare dalla parrucchiera (dove Donata si fa “tressare” i capelli) e scoprire
un mondo “femminile” dove, anche qui sai quando arrivi e non quando finisci, e ti armi di curiosità.
C’è chi entra per chiacchierare, chi si stende a dormire, chi si fa lavare i capelli
(e anche qui è tutta un’avventura con un monte di sgabelli e al di sopra una bacinella in precario equilibrio),
chi si spazzola la parrucca, chi se ne va con i bigodini in testa, chi resta per un po’ a chiederti
da dove arrivi e quanto ancora rimarrai gli occhi ridenti e allegri.
Africa, storie di gessetti colorati e di fogli bianchi subito neri, piccoli visi così pronti al riso e così al pianto.
Disperazione e miseria, grandiosità e macerie. Penombre, squarci color avorio, occhi, respiri, sguardi,
mani protese, unghie colorate, palmi ocra, terra rossa, orrori e bellezze.
Suore dalle vesti immacolate che danzano nel buio.
Africa è…..avere sempre qualcuno che ti guarda e ti osserva palesemente, arrogantemente,
o in semplice attesa, e poi ti sorride. Il mondo intero ti sorride e ti chiama per salutarti.
Africa tamburi nella notte, urla di piccini e grida di grandi, piedini frettolosi.
Sovente la sera riponendo il quaderno-diario che mi ha accompagnato per un mese
mi sono interrogata sul senso di quel diario, di quel mio modo di annotare cose, frasi, immagini,
se non fosse poi proprio quel gesto, quello di chi ruba un’anima. Mi sono chiesta spesso se ciò
che portavo e offrivo a quelle piccole mani arroganti avrebbe resistito nel tempo o se al contrario
la mia presenza non fosse l’ennesima intrusione di una bianca venuta a rubare attimi
che solo là avrebbero dovuto restare.
Non penso più così poiché credo che tutte le cose fatte insieme resteranno anche se solo
in poche briciole, in una misera manciata di perline, in brandelli di disegni stracciati, anche se solo
negli occhi di un unico bambino o nei pensieri di un unico ragazzo.
Africa a sgusciare “les arachides” seduta per terra con bimbi intorno, Africa “Pepito, c’est le capitain….”
Africa giochi di bimbi, balli e canti. Africa ove chiunque è in grado di fare musica con un semplice
pezzo di latta, un tavolo o un bastone.
Africa ti ho guardata incantata.
Africa, il prato di Anna……..per il dispensario.
Africa la mia distanza dalle stelle, Africa attraversare litri e mari di corallo per arrivare ad un posto
che si chiama arrivederci, Africa saper leggere il libro del mondo, Africa segreti che fanno paura,
Africa un sollievo di lacrime ad invadere gli occhi…..
Africa, Bénin un mese che mi ha aperto il cuore e che mai potrò dimenticare.
Sì il mal d’africa esiste e rende il cuore gonfio e pesante.
Africa le parole di Fakien Jah Fakoli, un cantante Ivoriano conosciuto in questo mese
“viens voir viens voir toi qui passe sans savoir en Afrique ne pas ce qu’on te fait croire……….
Aucun mot sur le sens du valeur, Des gents qui t’accueillent la main sur le cœur….
Viens dans nos familles, Viens dans nos villages, Tu sauras ce quelle est l’hospitalité,
La chaleur, Les souris, La générosité, Viens voir ce qu’ils n’ont rien, Regarde comme
ils se donnent, Et tu répartiras riche , Et tu ne pourras pas oublier……Afrika”
Sono di nuovo a casa, ritornata alle comodità occidentali, ai miei spazi, i miei libri, la mia musica
e la mente vaga ed è là che continua a tornare. Gli amici mi fermano e mi chiedono
che cosa mi sia successo, un po’ incuriositi ed un po’ stupiti perché non si può spiegare
a chi non già non sappia che cosa voglia dire.
Africa ti abbraccio forte e ti ringrazio per tutto ciò che mi hai donato, per i momenti
di tristezza e per quelli gioiosi.
Africa ciao, à tout à l’heure et à bientot……..
Alessandra