LO SGUARDO DI UN BAMBINO

7 febbraio 2004

Quello che ho letto nello

sguardo di un bambino

  
Non è la caramella che sei venuta a portarmi, nemmeno la foto che mi fai, forse non è neanche il breve gioco al quale mi inviti a stupirmi, ad affascinarmi.

La tua mano mi accarezza e io mi schivo quasi volesse farmi del male. Cosa vuol dire questo contatto? Da dove viene e perché la tua pelle è così chiara, chi fra noi due ha il giusto colore?

Ti guardo e non so cosa aspettarmi, mi sorridi e mi prendi per mano e io non mi spiego il perché di tutto questo, di questa tua presenza così evidente, così forte, proprio oggi, un giorno come un altro ma che rimarrà unico fra tanti senza colore, senza presenze importanti.Mi affascina la tua pelle e capisco che il tuo sorriso è per me ed  è come un regalo che non ho meritato, perché oggi per me è come tutti gli altri.Come sono forti e dolci i tuoi baci sulle mie guance! Io non ne avevo mai ricevuti e questa novità mi riempie di stupore e curiosità. Tutto questo rimarrà nel mio cuore e nel mio sguardo, perché qui i bambini parlano con gli occhi e non usano parole, occhi che sanno abbassarsi se non ascoltati.Sento nel tuo abbraccio qualcosa di dolce e accogliente, una sensazione che vorrei poter prolungare, che vorrei portare con me la notte quando mi sento solo e c’è tanto buio.Vorrei gridare di non lasciarmi, di continuare ad abbracciarmi perché io possa trovare un posto e sentirmi cullato, sentirmi desiderato, sentirmi al sicuro.Forse sei tu quella che chiamano “la mamma”, forse non la mia, non so, mi sento confuso però mi piacerebbe.No, sicuramente non lo sei, ma sono certo che sei qui per me e questo per oggi mi basta, perché ciò che mi piace di più è di esserti caro e so di esserlo perché l’ho sentito nell’abbraccio. Grazie signora dalla pelle chiara.